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10 domande al 10 volte vincitore dell’ultramaratona Rennsteiglauf
Come passione e innovazione s’incontrano in Christian Seiler
Nella nostra intervista esclusiva, Christian Seiler parla del percorso che, da atleta di punta, l’ha portato a lavorare nel Centro Innovazioni di Bauerfeind. Durante il suo racconto, approfondisce alcuni aspetti interessanti, quali la sua personale motivazione, i suoi allenamenti quotidiani e l’importante influenza della sua carriera sportiva sulla sua attività professionale.

Christian Seiler, con il suo record di 2:18:11 nella maratona e con le sue dieci vittorie all’ultramaratona di Rennsteiglauf, è tra i maratoneti più importanti di tutta la Germania. Da tredici anni lavora in Bauerfeind presso il Centro Innovazioni.
Ciao Christian, grazie mille per la tua partecipazione a questa intervista.
Ciao, grazie. Mi fa molto piacere poter condividere la mia esperienza con voi.
1. Cominciamo dal principio: dove e come sei cresciuto e cosa ti ha spinto ad iniziare a correre?
Sono cresciuto nei dintorni di Zeulenroda, precisamente a Pöllwitz. Già ai tempi della scuola, lo sport rivestiva un ruolo importante nella mia vita. Ho iniziato con il calcio, dove mi sono sempre sentito dire: “Ma quanto fiato hai?!”. Ben presto ho scoperto la mia passione per l’atletica leggera. Frequentando la società di atletica leggera di Zeulenroda e il liceo sportivo di Erfurt, ho posto le basi per quella che sarebbe poi stata la mia strada.
2. Quando ti sei accorto di essere più veloce degli altri?
Era evidente già nelle gare scolastiche: senza un allenamento specifico, mi classificavo comunque sempre ai primi posti. Il mio allenatore aveva notato le mie potenzialità e così mi ha indirizzato verso la scuola sportiva di Erfurt. Dopo solo un anno di frequenza, sono entrato in nazionale. Quello è stato il momento in cui mi sono accorto di essere più veloce di tanti altri. In quel periodo, ho pensato seriamente alla carriera professionistica, ma purtroppo vari problemi di salute e infortuni mi hanno allontanato da questo sogno. I social media e il self-marketing ancora non esistevano all’epoca. Quindi non avevo altre opzioni.

3. Molti si chiedono: ti definiresti un atleta professionista o uno sportivo amatoriale di altissimo livello?
Prima, quando facevo anche dodici sessioni di allenamento alla settimana e iniziavano ad arrivare le prime proposte da parte degli sponsor, mi consideravo un runner professionista. Da circa dieci anni a questa parte, mi sento invece più un atleta amatoriale, anche se di ottimo livello. La mia passione per la corsa resta invariata, anche se la mia giornata si divide adesso tra lavoro, famiglia e allenamenti.
4. Come si è evoluto l’allenamento nel corso degli anni?
All’inizio della mia carriera ho beneficiato di un allenatore dedicato a me al 100%, il che mi è servito per porre delle solide basi. Con il tempo ho imparato a programmare da solo i miei allenamenti. Nel corso degli anni sono quindi passato da un allenamento sotto stretto controllo del trainer a una programmazione in gran parte autogestita. Questa continua evoluzione e la costante verifica di cosa funzionava e cosa no mi hanno aiutato a ottimizzare le mie prestazioni nel lungo termine.
5. Hai stabilito record incredibili e sei salito molte volte sul podio. Qual è stato, per te, il tuo più grande successo?
Un momento molto particolare è stata la Maratona di Berlino del 2009. Essendo il primo dei corridori tedeschi, correvo attraverso Berlino al passo con la vettura di accompagnamento. È stata un'esperienza incredibile. Sono riuscito a registrare il mio miglior tempo di 2:18:11, che mi ha fatto classificare al diciassettesimo posto su più di 35.000 partecipanti che hanno tagliato il traguardo. Questo successo è stato, nel bene e nel male, un punto di svolta. Poco dopo, infatti, ho subito un grave infortunio sul lavoro che mi ha comportato la frattura dell’articolazione del piede in tre punti e che mi ha costretto a sospendere gli allenamenti per tre mesi. Nello stesso periodo ho inoltre concluso gli studi universitari in tecnologia dei materiali plastici e ho quindi rivisto le mie priorità, decidendo di passare al trail running.
6. Hai ormai superato i quaranta ma corri sempre incredibilmente veloce. Noti qualche cambiamento dovuto all’età nei tuoi allenamenti?
Assolutamente sì. Col passare degli anni, la fase di recupero è diventata di primaria importanza ed ora dura molto di più. Programmo quindi due corse veloci durante la settimana e una più lunga nel weekend. Inoltre tendo a pianificare gli allenamenti in base ai vari progetti e alle gare. Ciò significa che non do il massimo durante tutto l’anno, ma soltanto nelle settimane che precedono una gara importante. Questa pianificazione ottimizzata dello sforzo è determinante per poter continuare a correre ad alti livelli.
7. Praticando attività sportiva intensa, il rischio di infortuni è sempre presente. Hai avuto tanti problemi durante gli allenamenti? Come li hai affrontati?
Gli infortuni sono stati purtroppo un problema ricorrente nel corso degli anni. Spesso la mia grande ambizione mi ha causato infiammazioni ai tendini e, una volta, persino una frattura da affaticamento. Il mio approccio, però, non è quello di andare subito dal medico, ma di alleggerire la pressione e aspettare di vedere come si evolve la situazione. La pazienza è sempre stata il mio più prezioso alleato, anche se alle volte non è facile prendersi una pausa.
8. Come si è sviluppata la tua carriera professionale, in parallelo rispetto a quella sportiva?
Durante gli studi universitari, ero completamente concentrato sull’allenamento. Entrando nel mondo del lavoro, la mia concentrazione si è spostata su altro. Anche aver formato una famiglia ha portato ovviamente a una nuova riorganizzazione delle priorità. Mentre una volta mi allenavo due volte al giorno, adesso pianifico una settimana equilibrata, con sessioni di allenamento più intense. Ma la mia testa non smette di avere fame: ho sempre voglia di correre e di affrontare nuove sfide, anche se le capacità sono ormai limitate.

9. Ormai lavori per Bauerfeind da tredici anni. Come hai conosciuto l’azienda e come interagiscono sport e professione nella tua vita?
Conclusi gli studi, ho iniziato dapprima a lavorare nella mia regione. Sono arrivato in Bauerfeind, presso cui lavoro dall’aprile 2012, tramite un annuncio di lavoro. La sovrapposizione tra sport e professione nella mia vita è assolutamente naturale. La mentalità volta alla prestazione che mi caratterizza come runner si riflette anche nella mia vita lavorativa. Nello sviluppo dei prodotti porto le mie esperienze in ambito sportivo: numerosi test di prova dei prodotti e la lunga esperienza in qualità di atleta mi hanno conferito la giusta sensibilità per capire quali prodotti funzionano e quali requisiti devono soddisfare.
10. Un’ultima domanda importante: qual è il tuo prodotto Bauerfeind preferito?
Senza dubbio le calze Bauerfeind Sports Trail Run Mid Cut Socks. La loro vestibilità aderente e le caratteristiche di comfort incontrano perfettamente il mio gusto. In queste calze da trail running si può notare quanto, nello sport, contino anche i piccoli dettagli.